L'Ue tira dritto, 'vogliamo l'intesa con gli Usa'

Sefcovic e Greer a Parigi: 'Stiamo avanzando, direzione giusta'

Sull'offerta europea vige il massimo riserbo, ma le direttrici sono ben delineate: piena cooperazione su microchip e materie prime critiche, apertura all'acquisto di gnl americano, collaborazione per contenere l'assertività della Cina. Metabolizzato il "profondo rammarico" per il nuovo colpo di Donald Trump su acciaio e alluminio, Bruxelles sceglie di rilanciare il dialogo con Washington evitando di cedere all'escalation dei dazi. I colloqui - nei messaggi offerti dal commissario Ue Maros Sefcovic e dal rappresentante statunitense Jamieson Greer dopo il faccia a faccia a Parigi - procedono "velocemente" e "nella giusta direzione". Oltreoceano, i rispettivi team tecnici sono da tre giorni al lavoro per definire l'architettura di un'intesa da siglare entro lo scoccare della scadenza della tregua temporanea il 9 luglio.

In caso contrario, l'Europa è pronta a reagire con misure di ritorsione fino a 120 miliardi di euro. Il raddoppio al 50% di The Donald ha colto Bruxelles "di sorpresa" e, ha riconosciuto Sefcovic, "non facilita i negoziati" proprio quando iniziano a emergere i primi segnali di apertura. Fin dagli iniziali dazi sui metalli industriali imposti a marzo, nella lettura del capo negoziatore Ue, era chiaro che l'Europa non fosse il bersaglio giusto: "Le nostre esportazioni di acciaio e alluminio superano i 4 milioni di tonnellate, ma si tratta di materiali altamente specializzati, di cui l'industria americana ha bisogno", ha sottolineato il commissario dalla sede dell'Ocse, puntando il dito sulla vera origine della crisi: la sovraccapacità globale, alimentata in larga parte dalla Cina.

Un messaggio ribadito in via direttissima anche al ministro cinese del Commercio, Wang Wentao, esprimendo la "profonda preoccupazione" dell'intera industria del continente, ormai da giorni sulle barricate anche per le nuove restrizioni all'export imposte da Pechino su terre rare e magneti permanenti. Materiali strategici per la filiera europea - automotive e difesa in testa -, con Bruxelles impegnata nel frattempo a varare intese con Regno Unito, Ucraina, Groenlandia e altri Paesi terzi per migliorare il suo approvvigionamento di minerali strategici. L'invito espresso da Sefcovic a Greer resta quello di non imboccare la strada dello scontro e "non colpirsi a vicenda", nella convinzione ancora salda che le divergenze possano essere risolte "in modo amichevole".

Per le due economie con la relazione commerciale più vasta al mondo, è stata la riflessione consegnata alla stampa dal commissario Ue, rassegnarsi a un fallimento senza "aver esplorato tutte le strade disponibili" non sarebbe una scelta "responsabile" e rischierebbe di generare onde d'urto ben oltre l'Atlantico. I "progressi" vengono descritti come "concreti", ma non ancora sufficienti per strappare l'accordo: il traguardo passerà inevitabilmente dal confronto tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. Un faccia a faccia finale che, ha ribadito Bruxelles a più riprese, potrà maturare solo quando le condizioni saranno favorevoli, con l'auspicio che un primo avvicinamento possa avvenire a metà mese in occasione del G7 di Kananaskis, per poi culminare in una possibile intesa il 24-25 giugno al vertice Nato all'Aja o, in alternativa, al Consiglio europeo nei giorni immediatamente successivi. L'unica certezza, per l'Ue, è che non si tratterà di un accordo sul modello britannico.