Bruxelles vuole una base Ue sul Mar Nero
Kallas: 'Potrà monitorare gli accordi di pace Russia-Ucraina'
L'Unione Europea punta ad aprire una base nel Mar Nero per rafforzare la sua sicurezza, che si tratti di mobilità militare, sminamento, monitoraggio delle infrastrutture critiche o contrasto alle minacce ibride. Certo, nel linguaggio del Servizio di Azione Esterna il termine resta tabù e si opta per un più neutro "hub". Ma il concetto è quello. E per l'Ue non è poco. "Potrà anche monitorare un'eventuale tregua o accordo di pace tra Ucraina e Russia", avanza l'alto rappresentante Kaja Kallas conversando coi giornalisti. La proposta è al centro della "Strategia Ue per il Mar Nero", che oltre alla sicurezza guarda a temi cruciali come la connettività e l'energia e offre alla regione un nuovo schema di cooperazione, con l'obiettivo di diventare il ponte verso l'Asia Centrale.
"La regione è fondamentale per la sicurezza europea e mondiale, il commercio internazionale, l'energia e la sicurezza alimentare", si legge nella proposta. L'approccio strategico, sperano a Bruxelles, rafforzerà il legame con l'Ucraina, la Moldova, la Georgia, la Turchia, l'Armenia e l'Azerbaigian (promuovendo lo sviluppo integrato, sfruttando l'economia blu, l'agricoltura e le energie rinnovabili, stimolando l'innovazione e la crescita basata sulla conoscenza). L'attenzione però non può che cadere sull'idea della base-hub, date le ovvie implicazioni. "Dobbiamo migliorare la nostra risposta alle minacce, le infrastrutture di trasporto in modo che le truppe e gli equipaggiamenti, anche Nato, possano essere dove servono, quando servono", ha notato Kallas, evidenziando come la regione sia "obiettivo primario" delle minacce ibride.
Il polo Ue dovrebbe infatti aiutare la creazione di "un sistema di allerta precoce" nel Mar Nero, rafforzando l'attenzione in tempo reale e contribuendo a proteggere le "infrastrutture critiche come piattaforme offshore e cavi sottomarini". Insomma, obiettivi ambiziosi. Ora deve iniziare il dialogo con gli Stati membri per affinare i dettagli - idealmente entro l'estate - e poi procedere all'attuazione. "Ci sono molte cose ancora da chiarire, come i fondi e i tempi di realizzazione", confida un funzionario Ue. "E comunque servirà l'approvazione del Consiglio". Se all'unanimità o meno, dipende che strada si sceglierà -- con il quadro della Politica Comune di Sicurezza e Difesa (Csdp) bisognerà avere l'approvazione di tutti i 27. Ma dove sorgerà la base-hub, se mai si troverà la quadra? Naturalmente non si parla di un Paese esterno all'Ue e dunque la scelta ricadrà su Romania o Bulgaria. Il percorso a ostacoli inizia ora.